Il referendum sulla separazione delle carriere tra magistrati e pubblici ministeri si avvicina con il fronte del Sì in vantaggio. Un sondaggio YouTrend per Sky TG24, diffuso 48 ore dopo l'approvazione della riforma costituzionale in Senato il 30 ottobre, mostra il 56% degli italiani favorevole. Il dato è in crescita rispetto al 51% di luglio. La consultazione è prevista per marzo.
La riforma spacca la sinistra. Esponenti storici del PCI come Claudio Petruccioli, Cesare Salvi, Enrico Morando, Stefano Ceccanti e Claudia Mancini sostengono la separazione delle carriere. Salvi ha spiegato che la riforma «è in linea con il garantismo della sinistra». Anche Goffredo Bettini non si oppone al merito, ma ha dichiarato: «se il referendum diventa per la Meloni lo strumento per sfondare su tutta la linea allora potrei valutare di votare contro».
Il campo largo di Schlein, Conte, Fratoianni e Bonelli critica invece la riforma come deriva autoritaria. L'ex ministro della Giustizia Andrea Orlando ha espresso preoccupazione per l'autonomia dei PM senza controlli. Luciano Violante ha ironizzato sugli allarmismi: «Ricominciamo con la storia del fascismo».
Posizioni in bilico
Italia Viva non ha ancora preso posizione ufficiale. Maria Elena Boschi ha detto a Radio Rai 1: «Stiamo valutando e discutendo al nostro interno, sappiamo che è una riforma che serve». Maurizio Gasparri di Forza Italia ha avvertito: «Il referendum sulla separazione delle carriere non va politicizzato. Noi invitiamo a votare, ovviamente, visto che la riforma era nel programma».
La raccolta firme per il referendum è partita il 31 ottobre. Il centrodestra ha presentato la richiesta formale tramite Galeazzo Bignami, Riccardo Molinari, Paolo Barelli e Maurizio Lupi. Anche il centrosinistra ha avviato una procedura separata con Simona Bonafè, Carmela Auriemma e Marco Grimaldi. I deputati possono firmare a Montecitorio dal lunedì al venerdì, dalle 9:30 alle 19:00.
Nota: Questo articolo è stato creato con l'Intelligenza Artificiale (IA).














