I prezzi al consumo in Cina sono rimasti stabili a luglio, offrendo una boccata d'ossigeno alla seconda economia mondiale. Il dato rappresenta un segnale positivo per un paese che sta affrontando una forte pressione deflazionistica e una fragile domanda interna.
L'indice dei prezzi al consumo, una misura chiave dell'inflazione, è rimasto invariato su base annua a luglio. Il risultato è stato migliore del calo dello 0,1% previsto da un sondaggio di Bloomberg tra gli economisti.
Differenze tra aree geografiche
I prezzi sono comunque diminuiti su base annua nelle aree rurali, registrando un calo dello 0,3%. Anche i beni di consumo hanno mostrato una flessione dello 0,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Se da un lato la deflazione può essere apprezzata dai consumatori, dall'altro rappresenta una minaccia per l'economia in generale. Le famiglie tendono infatti a rimandare gli acquisti nella speranza di prezzi ancora più bassi.
Crisi immobiliare e disoccupazione
La crisi di lungo periodo del settore immobiliare e l'elevato tasso di disoccupazione giovanile pesano da diversi anni sui consumatori cinesi. Questi fattori hanno contribuito a indebolire la fiducia e la capacità di spesa delle famiglie.
La situazione è peggiorata con l'intensificarsi delle turbolenze scatenate dalla guerra commerciale del presidente statunitense Donald Trump. Le tensioni commerciali hanno aggiunto ulteriore incertezza al panorama economico cinese.
Segnali di ripresa
Dopo quattro mesi consecutivi di calo, i prezzi sono comunque risaliti a giugno. Questo dato suggerisce una possibile inversione di tendenza nel trend deflazionistico che ha caratterizzato l'economia cinese negli ultimi mesi.
Fonte AGI (www.agi.it) Nota: questo articolo è stato rielaborato da UPDAY con l'ausilio dell'intelligenza artificiale.